
https://www.raiplaysound.it/programmi/jackfollaundjnelbracciodellamorte
“Albatros senz’occhi” mi ha scritto Linda da Udine, rimproverandomi: “perché non hai detto una parola sull’invasione dell’Ucraina?”. Perché Radio 1 di occhi ne ha infiniti. Che poteva aggiungere il mio sguardo? Ho cercato d’intrattenervi parlando d’altro, perché la guerra ci era entrata dappertutto. Ed è così che ti voglio rispondere. Tutti noi ci siamo visti entrare i soldati russi dalle finestre, i carri armati con la Z erano parcheggiati sotto casa, il ministro degli esteri dello zar Putin parlava di escalation atomica, e non si capisce, o si finge, che ogni parola aggressiva è già una bomba a scoppio ritardato. Non si capisce che la guerra, quella più devastante, non solo è quella raccapricciante che guardiamo inorriditi sugli schermi, nel momento che esplode, ma è la contaminazione e il contagio che l’aggressione russa produrrà dietro le nostre palpebre, nei meandri della mente, nei cunicoli del cuore, dove quasi mai la nostra coscienza arriva a illuminare i disastri prodotti dalla guerra che si tramanderanno alle generazioni future.