Molti autori emergenti si cimentano, attraverso i loro blog, a scrivere commenti – alcuni addirittura recensioni – sui romanzi che hanno letto, allo scopo di guidare quelli che li seguono nella scelta del titolo giusto da acquistare. Un po’ li ammiro, perché stanno sempre “sul pezzo”, come si suol dire, dimostrando di avere sempre le idee chiare sui colleghi – molto spesso “famosi” – e sul messaggio che attraverso la loro ultima fatica desiderano trasmettere ai lettori.
Dovrei farlo anch’io? Forse sì, sarebbe una buona cosa, se non fosse che ci vuole l’ispirazione per scrivere un commento interessante sugli ultimi romanzi che ho letto. E poi, mi chiedo, quale sarebbe il momento giusto? Se a farlo subito di getto rischio di essere troppo coinvolta e critica, ma a far passar troppo tempo poi succede che le questioni pregnanti iniziano ad annacquarsi e quelle che saltano fuori potrebbero rivelarsi considerazioni scipide e inutili?
Ci stavo pensando da giorni, poi stamattina a rifletterci bene ho avuto una illuminazione: ciò che si dimentica alla fine lo si dimentica proprio perché non valeva la pena di ricordarlo e quindi è tanto più inutile rimarcarlo.
Funziona così nella mia vita, se non parlo più di qualcosa o di qualcuno non è perché non ho tempo – quello, a volerlo, si trova sempre – ma è proprio perché “me l’aggio scurdato!” E allora funzionerà così anche per le recensioni.
Pensa quelli che che soffrono di memoria corta… Loro non possono fare le recensioni dei libri…😂😂
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😂😂😂
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😊
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