IQ84

Ci sono amori che devono attraversare universi per incontrarsi. Ci sono amori che devono superare ostacoli, difficoltà, avversari, enigmi. Amori che devono, soprattutto, vincere le paure interiori, inquietanti e terribili, come piccole creature che albergano dentro di noi per poter creare a propria volta un mondo in cui non ci sia più la paura, un mondo nuovo in cui essere al sicuro in due.

Aomame e Tengo vivono da sei mesi in una realtà che non è la loro, un mondo “al di là dello specchio” su cui brillano due lune. Divisi e braccati, costantemente in pericolo di vita, sembra che tutto congiuri per impedire che si incontrino. Sulle loro tracce, oltre la setta Sakigake e forze ancora più sfuggenti e misteriose, c’è anche l’investigatore privato Ushikawa, un ostinato segugio il cui bizzarro aspetto fisico (guardarlo “era come trovarsi di fronte a uno specchio deformante, e tuttavia nitido in modo spiacevole”) si accompagna ad un intuito strepitoso.

Ushikawa, però, è anche il terzo, inedito punto di vista che, alternandosi a Tengo e Aomame, accompagna il lettore nella vertiginosa conclusione di 1Q84. Qui Murakami tira le fila di tutte le trame, i personaggi, gli enigmi con cui ha costruito la sua narrazione: le domande, le coincidenze, i misteri daranno corpo a una nuova verità, come una costellazione che all’improvviso rivela il suo disegno. Murakami ha creato un universo per raccontarci come si creano gli universi.

Eppure chi mai potrebbe salvare l’umanità intera? Se anche tutte le divinità del mondo si incontrassero, non riuscirebbero a eliminare gli arsenali nucleari, nè a estirpare il terrorismo. Nè riuscirebbero a far cessare la siccità in Africa, e tantomeno a far tornare in vita John Lennon. Anzi, con ogni probabilità, si dividerebbero in fazioni e darebbero vita a una lite furibonda. E il mondo precipiterebbe ancora di più nel caos.

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Ex-giocatrice di calcio, appassionata di Napoli e del Napoli. Amo scrivere 🖋

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