Mia madre, nonostante la sua veneranda età, non ha perso la passione per la lettura. In questi giorni ha rispolverato dalla nostra libreria uno dei grandi classici della letteratura mondiale: “Madame Bovary” di Gustave Flaubert, per rileggerlo.
Stimolata dalle sue riflessioni, ho pensato di parlarvene poiché il libro è un viaggio affascinante nel mondo della protagonista e nelle sue aspirazioni, sogni e disillusioni.
Scritto con una prosa straordinaria, Flaubert ci trasporta nella Francia del XIX secolo, raffigurando la vita della giovane e insoddisfatta Emma, desiderosa di sfuggire alla monotonia della sua esistenza provinciale. La sua ricerca dell’amore e del lusso la trascina in un vortice di passioni e conseguenze devastanti.
“Madame Bovary” è un’opera che, nonostante sia datata, continua a incantare i lettori di ogni generazione per la sua profondità psicologica e la sua critica sociale. Flaubert ci presenta un ritratto vivido e spietato dei desideri umani, delle illusioni e dei tradimenti.
Ciò che colpisce in modo particolare è la maestria con cui Flaubert esplora il conflitto tra le aspettative romantiche di Emma e la realtà cruda della sua vita, facendoci riflettere sulla natura umana.
Se non l’avete ancora letto, vi consiglio di farlo, perché è un classico che merita di essere scoperto e riscoperto. 📚🌹
Descrizione del romanzo
La storia della signora Bovary, una povera adultera malata di sogni impossibili, che scende la scala della sua degradazione fino al suicidio, è solo in apparenza la storia di una vita mancata: dominata dalla fatalità, dotata di una cieca e meccanica articolazione, Emma Bovary è piuttosto il ritratto statico, marmoreo, della mancanza della vita. La figura di Charles Bovary appare un masochista morale di alto lignaggio che, con un sadismo perfettamente camuffato, contribuisce in maniera determinante al suicidio di Emma.
“Era convinta che solo in certi luoghi della terra potesse attecchire la felicità, come una pianta particolare a un dato suolo e condannata a stentare o morire in qualsiasi altro.”
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