
Il Presidente rientrò alla villa che erano passate da poco le due di notte. Quella sera era stato particolarmente sfortunato: tutte le volte che gli erano uscite carte buone e aveva rilanciato, c’era stato sempre qualcuno che lo aveva seguito e lo aveva battuto con combinazioni migliori. L’ultima mano poi era stata clamorosa. L’ingegner Orabona, che di solito non vinceva mai, aveva avuto una fortuna esagerata. Si era complimentato con il vecchio socio e senza battere ciglio, senza tradire alcuna emozione, aveva staccato un assegno di tremila euro. Non dovrei giocare più. Le serate come queste non le sopporto. Ho perso più di diecimila euro! Però la settimana scorsa ho vinto. Evidentemente è vero… alla fine la fortuna va e viene. Questi pensieri lo accompagnarono fino alla porta d’ingresso della villa: un’ombra nell’oscurità.