Un tempo i bambini napoletani nel periodo dei Morti si divertivano ad andare in giro per i vicoli portando ‘a cascettella, una piccola scatola di cartone, con una fessura alla sommità, che avevano essi stessi diligentemente costruito. Sulla scatola avevano disegnato un teschio a mo’ di quello dei pirati o di “chi tocca i fili muore”. Vi avevano inserito dentro una monetina, l’obolo di partenza ricevuto, di solito, dai genitori. Così, agitando la scatoletta e facendo sbatacchiare la monetina al suo interno, scorrazzavano a gruppetti e, ridendo e urlando, fermavano i passanti al cui indirizzo intonavano una cantilena, tramandata loro dai nonni, che mi sembra incredibilmente analoga al sintetico ed angloassone “trick or treat”, a noi più noto come “dolcetto o scherzetto”.
SIGNURÌ, ‘E MUORTE!
SOTT ‘Â PÉTTOLA CHE NCE PUORTE?
E NCE PUORTE ‘E CUNFETTIÉLLE…
SIGNURÌ, ‘E MURTICIÉLLE!
Molti, intimiditi dall’esuberanza dei bambini che saltavano loro intorno, o temendo di essere scherniti davanti agli altri, o soltanto per simpatia e divertimento, contribuivano inserendo qualche spicciolo (non più gli antichi cunfettielli) nella preziosa urna. E il contenuto, via via, tra la gioia dei piccoli, tintinnava sempre di più.
© Tratto da ‘Halloween partenopeo’ del 29.10.2007
di Gianna Caiazzo
Halloween napulitano
