I miei passi tornano
sopra il molle dei prati
a calpestare
il velluto effimero
della primavera.
Le mie dita
stringono indecise
il filo dell’aquilone
dei sogni di cartavelina.
Eppure i miei occhi
sanno che oltre i muri
opachi della vita
v’é la luce infinita del cielo.
Giuseppe Carullo, Le stagioni del poeta
E’ la prima volta che leggo questa poesia, la musica di sottofondo è perfetta!
Un saluto Wu Otto.
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Grazie. La poesia è stata scritta da mio padre poeta, scrittore e giornalista. Ce ne sono altre nella sezione apposita del sito dedicata a Don Carù 🙂
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