Non c’è più.
Quella fresca ombra
protettiva
del grande e saggio albero abbattuto.
Ora tocca a me
rinforzare le penetranti radici,
stendere verso il cielo
i robusti rami e farvi scorrere fresca linfa vitale,
che dia vita
ad innumerevoli foglie
che ricordino
la sua frondosa chioma.
Sará ora la mia ombra
a riparare dai raggi
troppo ardenti
i giovani arbusti
e gli esili tronchi
che mi sono più vicini.
Mi nutrirò della sua memoria,
che già aleggia
portata dal vento
che ben lo conobbe
quando scosse con forza
spezzando
i suoi rami.
I raggi del sole
mi accarezzeranno
sussurrando il suo nome,
ricordandomi i suoi sorrisi
e come fossero accoglienti
e calorosi i suoi abbracci.
Spero solo
che tutto l’Amore
che aveva trovato
naturale riparo
in quella quercia
vigorosa e quieta
possa aggrapparsi
alle ruvide scaglie
della mia esile corteccia,
trasfondendo linfa vitale
e far maturare
quei bei suoi frutti
che temevamo
di avere perduto.
Fabricio Luiz Guerrini