L’assassinio del commendatore, Murakami

Un romanzo che si snoda tra realtà e allucinazione, tra mistero e indagine psicologica. Pubblicato in due libri da Einaudi, questo capolavoro offre una profondità di interpretazioni e livelli di lettura che rendono difficile riassumerlo in poche parole.

Il protagonista, un pittore ritrattista senza nome, abbandonato dalla moglie, trova rifugio nella casa dell’ex celebre pittore giapponese Amada Tomohiko, dotato di una particolare capacità: con pochi tratti di pennello, riesce a rivelare la vera natura di chi gli sta di fronte. Tuttavia, teme che completando le sue opere, possano aprirsi porte verso l’abisso.

La trama si infittisce con l’arrivo di due figure potenti: Menshiki, il ricco e misterioso vicino, e Akikawa Marie, studentessa di disegno. Entrambi comprendono il potere delle opere d’arte e si intrecciano con il protagonista in un mondo di metafore e idee.
Il quadro che dà il titolo al libro, nascosto nella soffitta di casa Amada, apre le porte a un universo parallelo, una selva oscura dantesca rielaborata da Murakami, mentre il commendatore – protagonista del dipinto – si anima, diventando una guida per il pittore spaesato.

Ho amato questo romanzo, enigmatico e coinvolgente. Murakami dipinge l’abisso interiore dei personaggi con maestria, creando un’opera che si svela lentamente, come un quadro che rivela i suoi segreti solo a chi ha occhi per vedere.

5 pensieri riguardo “L’assassinio del commendatore, Murakami

      1. Ho visto che avevo già messo likes al tuo articolo, non l’ho letto ma sicuramente lo avrò messo in lista

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