Per chi guarda Napoli come fosse uno spettatore, i Quartieri Spagnoli sono uno spettacolo affascinante ed imperdibile.
I Quartieri Spagnoli mi hanno sempre attirata, nei miei limiti ho sempre provato ad esplorarli per poter dire di conoscerli, eppure continuo a dimenticare il nome giusto di ogni vicolo; non so andare in motorino perchè da bambina avevo paura di imparare ad andare in bicicletta – e mai ho imparato – però amo esserne il passeggero quando il motore si arrampica risalendo i Quartieri fino al Corso per riuscire almeno ad avere quella prospettiva;
io sono cresciuta su una strada larga e trafficata, con i pullman che facevano tremare le pareti ed i soprammobili della cucina, e quelle strade strette descritte sui manuali come progetto di sistemazione urbanistica vicereale e sui quotidiani come sede di malavita e criminalità erano sempre state un invito silenzioso, una porta su quella lingua parlata dalla nonna ma proibita a scuola dalle maestre, una strada da percorrere per ritrovare il dialetto e le facce e l’umanità dei napoletani che non sono cresciuti sulle strade larghe, e sanno dire, a volte senza saper parlare, qualcosa che noialtri non riusciremo mai a dire, e che quando lo comprendiamo ci rapisce e ci riempie di ammirazione.
Ilaria Iodice, 2013