L’attesa è snervante ma, bisogna ammetterlo, intrisa di quella magia che si posa addosso come polvere. Polvere di stelle, quando ti fa volare con l’immaginazione: quando mi scriverà, cosa mi scriverà, chissà se mi scriverà ancora.
O polvere da sparo quando ti schianta contro la realtà di un silenzio che non riesci a decifrare: perché non mi scrive? Non ha più nulla da dirmi, o non ha voglia di farlo?
Nel bene o nel male l’attesa insegna, anzi educa. Ci educa a pazientare e la pazienza è l’unico veicolo in grado di condurci all’eternità dei sentimenti che proviamo e di quelli che siamo in grado di trasmettere.
La settimana più bella della mia vita ha da poco smesso d’essere odore residuo sui miei vestiti e retrogusto sul mio palato, per divenire ricordo.
(Il basilico raccolto all’alba)
L’attesa insegna
