La leggenda della pastiera napoletana

Narra la leggenda che ogni primavera la sirena Partenope emergeva dalle acque del golfo per salutare il popolo di Napoli, allietandolo con canti d’amore e di gioia.

Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti: accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d’amore che la sirena aveva loro dedicato. Per ringraziarla di un così grande diletto, decisero di offrirle quanto di più prezioso avessero.

Sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnare i doni alla bella Partenope: la farina, forza e ricchezza della campagna; la ricotta, omaggio di pastori e pecorelle; le uova, simbolo della vita che sempre si rinnova; il grano tenero, bollito nel latte, a prova dei due regni della natura; l’acqua di fiori d’arancio, perché anche i profumi della terra volevano rendere omaggio; le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo; infine lo zucchero, per esprimere l’ineffabile dolcezza profusa dal canto di Partenope in cielo, in terra, ed in tutto l’universo.

La sirena, felice per tanti doni, si inabissò per fare ritorno alla sua dimora cristallina e depose le offerte preziose ai piedi degli dei. Questi, inebriati anche essi dal soavissimo canto, riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima pastiera che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.

A Napoli la pastiera è il dolce dunque del risveglio, della primavera, della resurrezione e, dunque, di pasqua.

La grata di pastafrolla sulla pastiera napoletana va realizzata con 3 strisce parallele che incrociano perpendicolarmente altre 4 strisce, formando dei quadrati (e non dei rombi). Il motivo è molto preciso: tale schema rappresenta la planimetria del centro storico di Napoli, ovvero l’antica Neapolis.

Il centro storico di Napoli è attraversato da 3 antiche strade, parallele alla costa, risalenti alla fine del VI secolo a.C. Sono state costruite in epoca greca, quindi dovrebbero chiamarsi “plateiai”, ma ci si riferisce ad esse con il termine “decumani”, termine che risale invece all’epoca romana:

✅ Decumano superiore: via della Sapienza, via dell’Anticaglia, via Santi Apostoli.
✅ Decumano maggiore: via dei Tribunali.
✅ Decumano inferiore (Spaccanapoli): via Benedetto Croce, via S. Biagio dei Librai, via Vicaria Vecchia, via Forcella.

Sicuramente lo sapete tutti ma lo ricordo: Partenope è Napoli.

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Ex-giocatrice di calcio, appassionata di Napoli e del Napoli. Amo scrivere 🖋

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