“Mi attirano i vicoletti che salgono e scendono ai lati della borghese e impersonale via Roma – ex via Toledo. Queste scale di pietra simili a corridoi sono tutte coperte di fili della biancheria stesa ad asciugare attraverso le strade, che forma quasi delle ghirlande sopra le teste dei passanti, con un effetto festoso di bandiere. Bambini poveri, chiassosi riempiono di grida i cortili dei vecchi palazzi dalle magnifiche porte – palazzi di un’architettura meravigliosa, stretti in questi vicoli, che adesso sono diventati l’alloggio di una folla di poveretti. Ed è nelle strade che si svolge la vita domestica, è qui che cucinano, mangiano, è qui che addirittura dormono con i loro letti, come se le case avessero espulso quella parte di abitanti che non potevano contenere. E tutti gridano, cantano, fischiano, imprecano, si danno da fare, corrono di qua e di là, oppure se ne stanno pigramente seduti sulle soglie delle loro case. In tutto si avverte il “sud” e dovunque ti colpiscono i contrasti più stupefacenti”.
Mstislav V. Dobuzinskij, 1911
Pe dint’e vicariell
